Coltivazione del Calicanto, il fiore premiato da Dio
Nel freddo cielo ancora invernale, dai rami nudi del calicanto si spande nell’aria un profumo soave, come un gentile benvenuto alla nuova stagione che sta per giungere in giardino.
Prepariamoci al miracolo che ogni anno si rinnova nei giorni gelidi di gennaio, quando nell’aria si comincia a percepire una fragranza intensa, dolce con una punta aromatica: arriva da un arbusto apparentemente nudo, con i rami sottili allungati verso il cielo. Solo avvicinandosi i minuscoli fiori risultano chiaramente visibili: simili a campanelle cerose, gialli con una macchia porpora al centro, a guardarli non sembrerebbero capaci di tanta generosità. E invece sono proprio loro, i fiori del calicanto. E poiché questo arbusto, fra le sue incredibili doti, ha anche quella di resistere bene all’inquinamento, è una delle pochissime piante che creano emozione in città nel cuore dei mesi più freddi. Questa sua fioritura inattesa e portentosa è legata alla poetica leggenda del pettirosso che, scacciato da altri alberi, trovò rifugio solo fra i rami del calicanto: Dio volle ricompensare questa gentilezza facendo cadere sui rami di questa pianta una pioggia di stelle splendenti e profumate. Ecco perché l’omaggio di un rametto di calicanto è espressione di affettuosa protezione nei confronti di chi lo riceve. I rami fioriti da poco, recisi e portati in casa in un vaso con acqua fresca in ambiente non troppo caldo, per qualche giorno inondano la stanza di profumo. Potete raccoglierli con i fiori ancora chiusi: in casa, il caldo li farà aprire in breve tempo.
Il nome botanico del calicanto può creare un po’ di confusione: nei libri e manuali lo troverete sotto il nome di Chimonanthus praecox, Calycanthus praecox o Chimonanthus fragrans. Nativo delle fredde montagne cinesi, ha trovato in molte parti d’Europa un ambiente idoneo per le sue poche esigenze: non si ammala facilmente, è perfetto per le siepi miste, non richiede potature regolari: è, insomma, la pianta ideale per i giardini a bassa manutenzione.
La coltivazione
Da molto tempo il calicanto viene impiegato come pianta ornamentale, tant’è che nei giardini ottocenteschi si trovano di frequente vecchi esemplari, grandi e vigorosi. Riesce a vivere anche nei terreni più compatti e argillosi, e resiste a temperature rigidissime. A maturità, assume dimensioni simili a quelle della forsizia, cioè 3 metri in tutti i sensi. Ma mentre i rami della forsizia tendono a diventare arcuati, quelli del calicanto rimangono rigidi e un po’ goffi, e in estate sono coperti da un manto di foglie un po’insignificante. Piantate il calicanto in luogo soleggiato, anche insieme ad altri arbusti rustici come forsizie, cotogni da fiore, noccioli e buddleje, ma se possibile fate in modo che sia in un luogo dove d’inverno passate spesso nelle vicinanze: ad esempio ai bordi di un cancello, di un vialetto o in prossimità della recinzione esterna in modo che, passeggiandovi vicino, la fragranza dei fiori sia facilmente percepibile. Il calicanto può essere allevato anche a spalliera, fissando i rami giovani a supporti robusti (cavi d’acciaio o palerie in legno) contro un muro. Questa soluzione rallenta la crescita e impedisce che la pianta si allarghi: è dunque consigliabile per i calicanti in terrazzo, da coltivare in una vasca in plastica o legno capiente e profonda.
Pur essendo un arbusto davvero facile, ha un problema: non fiorisce subito. Gli esemplari giovani possono impiegare vari anni prima di dare piena soddisfazione. Per questo vi conviene acquistare il calicanto adesso, scegliendo in vivaio un esemplare allevato in vaso e già fiorito. Potrete metterlo subito a dimora se la terra non è gelata ed è ben lavorabile, creando una buca d’impianto capiente e concimata sul fondo con compost o letame in pellet.
Se invece il suolo è gelato, meglio aspettare qualche settimana, trasferendo il vasetto vivaistico in una trincea di terra torbosa o in un vaso più grande, coibentato con terra e corteccia, tenuto provvisoriamente in una zona protetta e soleggiata.
Poche le esigenze: un po’ di concime organico ogni anno in autunno, e occasionali pulizie della chioma a fine fioritura per migliorare la forma ed eliminare i rami troppo affollati. È infatti un arbusto ideale per chi non ama usare le forbici. I fiori appaiono sui rami di uno o due anni, ed è quindi da evitare una continua potatura severa che provocherebbe scarsa fioritura. Sono reperibili sia la specie Chimonanthus (Calycanthus) praecox sia le sue varietà migliorate, ‘Grandiflorus’ con fiori più grandi, giallo carico con una macchia di colore rosso intenso alla base, e ‘Lutea’, con fioritura tardiva, giallo chiaro. Ma ricordate che la più profumata è la specie non ingentilita dall’uomo, ed è anche la più robusta e longeva.
Curiosità
Non tutti i calicanti amano fiorire nel gelo: Calicanthus floridus, bell’arbusto nordamericano, fiorisce da giugno in poi, con fiori rossi dal profumo vinoso. Capace di superare i 3 metri di altezza, è una pianta gradevole e di facile coltivazione, adatta anche per siepi informali insieme ad altri arbusti di media dimensione. Non richiede potature regolari, bensì solo interventi occasionali per ridurre la chioma se troppo cresciuta o per sfoltire il centro dai rami affastellati e troppo fitti.
Tratto da “L’incantevole profumo dei giorni invernali”, di L.Lombroso, n.1-2, 2008