Il giardino all’inglese
BREVE STORIA
I primi giardini all’inglese che conosciamo furono ideati dai conquistatori romani della Gran Bretagna nel I secolo dC. Sappiamo molto poco dei giardini anglo-sassoni, poichè quelle popolazioni bellicose non ritenevano il giardinaggio una cosa importante.
Solo nel Medio Evo tornarò ad essere importante nella vita britannica, soprattuto nei monasteri e nei castelli, dove veniva dato spazio ai giardini in cortili di piccole dimensioni, con tappeti erbosi e cumuli alti, o monti, che fornivano una vista sul paesaggio circostante.
Nel tardo medio Evo ci fu l’avvento delle case signorili fortificate, e il giardino divenne un semplice spazio verde, circondato da siepi o recinzioni.
La fase successiva del giardino inglese arrivò dopo la Riforma. Molti proprietari terrieri recintarono terreni comuni per creare parchi per mantenere cervi o bestiame.
I Tudors seguirono poi l’influenza italiana nella creazione di giardini che rispecchiassero l’allineamento della casa, creando un’armonia di linee e proporzioni che mancava nel periodo medievale. Per la prima volta da quando i Romani avevano lasciato l’isola, le meridiane e le statue diventarono veri e propri ornamenti da giardino.
Gli Stuart furono invece schiavi della moda francese per i giardini. La caratteristica principale di questo stile francese, rigidamente formale, era un ampio viale fiancheggiato da aiuole rettangolari circondate di siepi basse .
Nel XVIII secolo ci fu un’osscillazione tra la formalità rinascimentale e un aspetto più “naturale”. Uno dei principali promotori di questo stile fu il mecenate Lord Burlington. Il giardino all’inglese cominciò ad ispirarsi alla concezione illuminista della natura. Il nuovo stile venne inventato da due designers del paesaggio chiamati William Kent e Charles Bridgeman che, lavorando per clienti facoltosi che avevano tenute di campagna di grandi dimensioni, ebbero un’educazion classica e furono mecenati delle arti.
Kent creò uno dei primi veri giardini inglesi a Chiswick House. Questo parco aveva molti elementi formali presi dal giardino alla francese, ma aveva qualcosa di nuovo: la ricreazione di un tempio ionico situato in un teatro di alberi. Stowe, nel Buckinghamshire, fu un allontanamento ancora più radicale dal giardino tradizionale. Commissionato da Richard Temple, il progetto originale era molto formale, ma Kent riuscì a creare un nuovo stile di design includendo elementi palladiani, come il ponte e numerosi templi. Il giardino attirò visitatori da tutta Europa, tra cui Jean-Jacques Rousseau. Fu poi d’ispirazione per i giardini paesaggistici nel resto della Gran Bretagna e sul continente.
La figura più influente nel successivo sviluppo del giardino paesaggistico inglese fu Lancelot Brown, il cui contributo fu quello di semplificare il progetto originale, eliminando strutture geometriche, vicoli, e le parterre, che vennero sostituite con verdeggianti prati e vedute ampie verso gruppi isolati di alberi, rendendo il paesaggio ancora più grande. Inserì inoltre laghi artificiali, dighe e canali, finalizzati a creare l’illusione che un fiume scorresse davvero attraverso il giardino.
Dopo la fine della Guerra dei Sette Anni nel 1763 i nobili francesi furono in grado di viaggiare in Inghilterra e di vedere di persona questa nuova concezione di progettare giardini. Si cominciò così ad adattare questo stile ai giardini sul resto del contintente, partendo appunto dalla Francia. La novità princiale cosisteva nella facile manutenzione e nella scarsa necessità di giardinieri.
In epoca vittoriana ci fu un’altra significativa svolta e vennero introdotte piante nate in serra, colori esotici e disegni intricati, e ci fu una profusione di giardini pubblici e spazi verdi destinati a portare la cultura alle masse. Il gusto nel tardo periodo vittoriano variava tra il formale e il giardino “selvaggio”, sostenuto dall’influente scrittore William Robinson.
Durante e dopo la rivoluzione industriale, per correggere numerosi squilibri della città, per migliorare il livello di vita della popolazione e le antigeniche condizioni abitative, sorsero movimenti progressisti. Uno di questi sottolineò la necessità delle citta industriali di avere “passeggiate pubbliche” alberate, come beneficio per la salute del cittadino. Aree verdi entrarono quindi nel tessuto urbano, inizialmente in veste privata, successivamente pubblica. Il miglior esponente di questo periodo è Humphrey Repton, che fece una svolta nella progettazione del giardino paesaggistico introducendo passeggiate con ghiaia e reintroducendo giardini fioriti separati.
Gertrude Jekyll è probabilmente il giardiniere più influente del ventesimo secolo in Inghilterra. Ha reso popolare il confine erbaceo e la pianificazione di un giardino sulla base di combinazioni di colori. Costruì questo progetto sulla tradizione del “giardino Cottage”, che vantava la profusione di fiori ovunque lo spazio lo consenta, e di scalatori su graticci e pareti. Jekyll vide la casa e il giardino come un tutt’uno, piuttosto che il giardino come un ripensamento alla costruzione.
COS’E’ IL GIARDINO ALL’INGLESE:
E’ chiamato anche “parco paesaggistico inglese” ed è un tipo di giardino sviluppato nel corso del Settecento che non si avvale più di elementi geometrici per definire e circoscrivere lo spazio, come nel giardino francese (quinte arboree o prospettive), ma si basa sull’accostamento di elementi naturali (rigogliosi ma mai incolti) e artificiali, tra cui grotte, ruscelli, alberi secolari, cespugli, pergole, tempietti e rovine, che chi passeggia scopre senza mai arrivare ad una visione d’insieme, ma che danno anche l’idea di uno spazio molto naturale, proprio del nuovo stile.
Il giardino inglese di solito include distese di prati ondulati contrapposti a boschetti di alberi e ricreazioni dei templi classici, rovine gotiche e altre costruzioni con un architettura pittoresca, progettati per ricreare un paesaggio idilliaco pastorale. Inoltre il canonico parco inglese contiene una serie di elementi romantici: sempre presente è uno stagno o laghetto con un molo o un ponte. Affacciato sullo stagno vi è un padiglione circolare o esagonale. A volte il giardino dispone anche di un padiglione “cinese”. Le aree esterne delle case di campagna inglesi conservano la loro formazione naturalistica e romantca appena descritta.
Il giardino all’inglese più europeo è pieno anch’esso di “eye-catchers”, ovvero di elementi che attirano l’attenzione, come grotte, belvedere, padiglioni, finte rovine, ponti e statue, anche se i principali ingredienti dei giardini paesaggistici in Inghilterra sono le distese di terreni ondulati e di acqua, in contrapposizione con uno sfondo boschivo. Lo stile dominante fu rivisto nel XIX secolo per includere più “gardenesque”, comprendendo così passeggiate ghiaiose e piantagioni arboree, per soddisfare la curiosità botanica e, soprattutto, il ritorno dei fiori in ampie aiuole. Questa è la versione del giardino paesaggistico più imitata in europa nel XIX secolo. Uno dei più noti giardini inglesi in Europa è il Englischer Garten di Monaco di Baviera.
LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE
Questo tipo di giardino si ispira al “giardino orientale”, in particolare quello cinese, descritto dai viaggiatori inglesi. E’ visto come il luogo in cui l’emozione, suscitata dall susseguirsi di vari elementi sempre diversi, viene consolidata dall’armonia che lega le varie parti attraverso la contrapposizione degli opposti, come il regolare al selvaggio, il maestoso all’elegante, in modo da bilanciare le differenti emozioni. Questo tipo di giardino è in grado di essere confusionario e disordinato, ma al tempo stesso elegante.
Quando si dice che questo nuovo stile nasce dalla concezione illluministica della natura, significa che essa è in grado di esprimere emozioni così com’è, senza dover apportare nuovi elementi che creino delle figure geometriche, come accade per il giardino all’italiana. Il rapporto uomo-natura appare profondmente mutato: l’elemento chiave nel giardino all’inglese diventa la naturalezza; e se, al primo impatto, può sembrare un insieme di piante e fiori disorganizzare tra loro, una specie di bosco naturale, non è affatto così. Infatti in questo giardino vengono date alle piante cure ed attenzioni meticolose, ma non regole alle quali sottostare o schemi rigidi da seguire.
L’osservazione scientifica della natura portava l’uomo alla comprensione dell’assoluta unità che lega il tutto, all’approfondimento della perfetta armonia che presiede le leggi naurali. Questa ammirazione si trasforma nella considerazione della natura come “opera d’arte”. Il percorso del giardino all’inglese non segue un modello, non ha dei percorsi che appaiono dritti e lineari, ma sinuosi e sempre diversi. Piantumare, seppur con un apparente schema libero, mette sempre in risalto quelle che sono le necessità e le esigenze della pianta stessa.
LA PROGETTAZIONE DEL GIADINO ALL’INGLESE
Per realizzare il parco paessagistico all’inglese è necessario conoscere quella che è la sua filosofia, ovvero che la natura è libera e capace da sola – senza l’intervento dell’uomo – di suscitare emozioni. in questo giardino la bellezza dei paesaggi naturali si esprime al meglio: piante e fiori vengono messi a dimora in base ad un’idea prestabilita, ma sono rigogliosi e liberi di esprimersi in tutto il loro splendore. Tuttavia non sono poche le cure che questo ambiente richiede: bisogna scegliere le piante giuste, che poi andranno collocate nella posizione ideale rispetto all’irraggiamento solare, all’umidità del terreno e ad altri fattori importanti, per poter poi integrare perfettamente gli elementi naturali con quelli artificiali. Un’eccessiva presenza di quest’ultimi finirebbe col disorientare l’attenzione dall’elemento naturale per concentrarsi su quello architettonico. Si tratta di un vincolo molto importante; il risultato finale sarà perfetto qualora l’osservatore si sentirà accolto in uno spazio naturale, come se si trovasse in un bosco, ma potendo sfruttare anche gli elementi artificiali.
I tempi di realizzazione del giardino all’inglese dipendono soprattutto dalla grandezza dello spazio. Una volta creato il giardino è opportuno effettuare un’attenta manutenzione, da affidare ad una persona specializzata se personalmente non si possono seguire le varie fasi, compresa la potatura. Si tratta di dover seguire lo stato di salute di ciascuna specie e di intervenire laddove sembri nascere un problema. Molti possono pensare che un giardino all’inglese, che appare così “selvaggio “, non abbia necessità di essere curato, ma non è così. L’aspetto del giardino all’inglese continua a regalare piccoli angoli di verde senz’altro molto interessanti, che però necessitano delle medesime cure che si possono dare ad altri luoghi.
Nella progettazione di un giardino all’inglese si dovrà tenere presente la tipologia di vegetazione tipica di questo spazio verde, cercando di conciliarla con le caratteristiche del proprio terreno e del clima dove sorgerà. Gli arbusti non possono mancare, perchè sono ideali per arricchire i viali e servono per creare delle zone d’ombra nell’area relax che, attraverso coperture esterne, permette di utilizzare il giardino di giorno.
In base al clima ed al terreno si potranno scegliere piante esotiche che svolgono la funzione decorativa ed estetica, alberi secolari o sempreverdi, alberi in grado di sopportare climi molto caldi, climi umidi o secchi. La scelta della vegetazione adatta permetterà di ridurre i costi ed i tempi di manutenzione e cura del giardino. Importante è anche inserire i fiori. Durante la fase del progetto si dovrà stabilire se dare al giardino un aspetto mono o multicolore, e la scelta dipenderà dal gusto personale, ma anche dalle specie di fiori che più si adatteranno al clima, alla composizione del terreno ed allo spazio disponibile. La natura deve prima di tutto prevalere sugli elementi inanimati.
Corsi d’acqua: un giardino al’inglese si presta molto bene alla presenza di corsi d’acqua che possono essere ruscelli, laghetti o anche delle cascate. La loro presenza è necessaria per esaltare la presenza della vegetazione e per donare al giardino un aspetto assolutamente gradevole e naturale. I corsi d’acqua vanno pensati sulla base dell’effetto che si vuole dare al proprio giardino, dove a decidere saranno anche le specie vegetali presenti e lo spazio disponibile. Una cascata, in grandi dimensioni, sarà più adatta per una villa. Spazi minori si prestano alla creazione di piccoli corsi d’acqua, come i laghetti o i ruscelli. Se lo spazio a disposizione non è eccessivo, si consiglia di non eccedere con i complementi d’arredo, per meglio privilegiare la natura, che permetterà di creare un perfetto giardino all’inglese, come vuole la tradizione.
DIFFERENZE CON IL GIARDINO ALL’ITALIANA
Il giardino all’inglese e quello all’italiana hanno molti elementi differenti. Il giardino all’italiana è sinonimo di precisione nelle forme e di progettazione del giardino in funzione architettonica, come se fosse un elemento di costruzione. Il giardino all’inglese, invece, sorpassa questo schema rigido, per affiancarsi a uno stile più libero e “naturale”, da non confondersi però con una piantumazione disorganizzata. L’introduzione di elementi acquatici, come le cascate o i laghetti, contribuiscono a creare un paesaggio naturale che fa dimenticare addirittura di essere all’interno di un giardino. È proprio questa la particolarità del giardino all’inglese: il visitatore si sente immerso nella natura e vi è perfettamente a suo agio, proprio come se si trovasse all’interno di un bosco. Ponendo a paragone il giardino all’italiana con il giardino all’inglese bisogna sottolineare che nascono seguendo due linee differenti, il primo legato al concetto che il giardino disegna uno spazio che riprende il desiderio dell’uomo, seguendo forme ben precise, mentre il giardino all’inglese è una sorta di opposto a tutto ciò, perchè preferisce dare l’idea dii un giardino impostato, sebbene ben curato.